Con una media di 31 punti su 60 possibili, gli studenti in Italia hanno ottenuto punteggi significativamente inferiori alla media OCSE nel pensiero creativo (33). I risultati relativi degli studenti nel pensiero creativo sono allineati con quello che ci si potrebbe aspettare dall'Italia basandosi sulle loro performance in matematica; e al di sotto di quello che ci si potrebbe aspettare basandosi sulle loro performance in lettura. (Fonte: PISA)
La persistenza di un numero rilevante di abbandoni precoci rappresenta un ulteriore fattore di criticità che riduce il grado di inclusività e l'efficienza del nostro sistema di istruzione. (Fonte: ISTAT)
L'accessibilità degli spazi e la disponibilità di adeguate tecnologie sono fondamentali per la piena ed equa partecipazione degli alunni con disabilità alle attività didattiche, formative e relazionali. In Italia, il quadro sull'accessibilità risulta piuttosto critico, solo il 40,5 per cento delle scuole dichiara di essere accessibile alle persone con ridotta mobilità (36,7 per cento nel Mezzogiorno). (Fonte: ISTAT)
A questa carenza, uniforme su tutto il territorio nazionale, si aggiunge la limitata disponibilità di postazioni informatiche adattate, ossia con hardware (periferiche speciali) e software specifico per alunni con disabilità che, seppure presenti nel 75,2 per cento delle scuole, risultano insufficienti per circa il 46 per cento dei plessi scolastici, con criticità più marcate nel Mezzogiorno (oltre il 53 per cento). (Fonte: ISTAT)
Le competenze digitali, sempre più centrali nel mondo del lavoro e nella vita quotidiana, mostrano livelli ancora insufficienti. Nel 2023, solo il 45,8 per cento della popolazione tra 16 e 74 anni possiede competenze digitali almeno di base, con forti disparità per età, sesso, titolo di studio e area geografica. Il Mezzogiorno registra livelli particolarmente bassi e, in generale, il divario tra uomini e donne resta marcato tra gli individui con oltre 45 anni di età. (Fonte: ISTAT)
Solo il 65,5 per cento della popolazione tra i 25 e i 64 anni possiede almeno un diploma, contro la media UE27 dell'80 per cento, e tra questi i laureati sono il 21,6 per cento. La dispersione scolastica resta elevata (9,8 per cento) e colpisce in modo più marcato chi proviene da famiglie con basso livello di istruzione. Le disuguaglianze educative si ripercuotono direttamente sulle opportunità di inserimento nel mercato del lavoro e sulla possibilità di mobilità sociale. (Fonte: ISTAT)
La quota di 25-34enni con un titolo terziario raggiunge nel 2024 il 31,6 per cento in Italia, valore che, nonostante il progressivo miglioramento registrato negli ultimi decenni, rimane ancora lontano dall'obiettivo del 45 per cento definito per il 2030 dal Quadro strategico per la cooperazione europea nel settore dell'istruzione e formazione. (Fonte: ISTAT)
Le giovani donne 25-34enni sono mediamente più istruite degli uomini: il 38,5 per cento possiede un titolo terziario, a fronte di un giovane uomo su quattro (25,0 per cento). I divari nella quota di giovani con un titolo terziario sono molto accentuati per cittadinanza: 34,4 per cento tra i cittadini italiani e 13,4 per cento tra i giovani stranieri. Particolarmente marcate sono anche le differenze sul territorio con il Mezzogiorno che occupa l'ultima posizione (25,9 per cento) rispetto al Nord (34,5 per cento) e al Centro (35,1 per cento). Peraltro, nell'ultimo quinquennio, solo i divari territoriali mostrano una lieve flessione mentre i divari di genere e di cittadinanza risultano in leggero aumento. (Fonte: ISTAT)